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mercoledì 21 dicembre 2011

Percorso libero

Che bello pensare
incontrarsi
per un giro insieme in bicicletta...
e poi, liberamente, continuare

La foto ritrae un cartello esposto fuori un circolo di ciclisti nella bassa bolognese.

mercoledì 23 novembre 2011

Novembre

Cosa può dire una giornata di sole in inverno?
La domanda è evidentemente mal posta ... chi è che ascolta il tiepido sole? Chi invece apprezza il tepore appena accennato? Chi guarda fuori dalla finestra il miracolo che gli si para davanti?
Ma, al di là dell'osservatore, rimane il fatto che oggi (59° giorno in seminario) ci è stata donata una giornata di sole.
La nebbia, così romantica tanto fitta, cede il passo.
Tutto deve volgere verso la fine perché ci sia un nuovo inizio!
Mi fermo così a pensare, nella placida calma di questo insperato, ma tanto desiderato calduccio a tutto ciò che nella mia vita deve finire, a tutto ciò che deve nascere, a tutto ciò che rimane.
Perché è pur vero che le cose vere, quelle più profonde e importanti, le persone ... quelle rimangono. Sono caratterizzanti il nostro stesso essere. Cosa sarei senza di loro?
Sarei diverso.
Ma cosa sarei senza Dio?
Nulla.

venerdì 8 aprile 2011

Meraviglia primavera

Al sole del mattino fotografo i narcisi fioriti sul mio balcone.
E' strabiliante ammirare la bellezza della natura. Sono bastati pochi giorni di sole e qualche grado in più che tutto ciò che dormiva sottoterra è immediatamente apparso. Allora dobbiamo necessariamente dedurre che, man mano che l'inverno giungeva al termine, tutte le forme di vita vegetali, certe dell'approssimarsi della primavera, si siano destate dal loro sonno e, silenziosamente, abbiano iniziato a svilupparsi. Forse che un bulbo o un seme ha nozioni di astronomia tanto da stabilire la data dell'equinozio? O forse è in grado di applicare il principio di induzione al punto da stabilire che l'aumento di temperatura è l'effetto di una stagione nuova alle porte? E poi, con quale sensore avverte la temperatura?
Ogni vegetale, inoltre, estrae dal terreno tutte e sole le sostanze nutritive che gli servono: come fa a discernere? E, infine, come le trasforma in modo da formare le stupende geometrie cromatiche ed architettoniche che tutti ammiriamo? Figlio di una civiltà tecnologica che genera utilizzatori ignoranti di complessi sistemi fatti di acciaio e silicio, non so niente dei fiori, neanche del narciso fiorito semza nessun mio intervento, sul balcone.
Di fronte all'onnipotenza cui tutti aspiriamo, stimolati in tal senso da un insieme di strumenti che agiscono a distanza, mi fermo meravigliato ad ammirare la silenziosa fiducia delle tenere piante che invece non desiderano altro che rallegrare il mondo intero con la loro semplice vita.

lunedì 28 marzo 2011

Ripresa

Da mesi non scrivo sul blog.
Poi ... così ... quando meno te lo aspetti, le cose cambiano.
Sabato sera ricevo una telefonata, ore 22.30 da un mio amico. L'ultima volta ci siamo visti e sentiti quasi 10 anni fa. Lui non aveva 18 anni ed era nel gruppo di adolescenti che seguivo.
Molte cose cambiano nella vita, altre rimango inalterate. Le amicizie riaprono finestre su giardini mai dimenticati, forse talora lasciati senza manutenzione.
Chissà, magari qualcuno legge questo blog e come il mio amico sente la mancanza, dopo tanto delle mie parole.
In questi tempi, parlare sembra essere l'unica attività praticabile. Maggiormente è vano e vago l'argomento e più si è contenti, apprezzati, citati. Come gli aforismi di qualche noto scrittore. Poche parole che segnano, ma poche, giusto per pungere.
Con tutte le parole che si dicono, forse varrebbe la pena di rischiare qualcosa di più, provare a dire qualcosa di sensato, organicamente strutturato. Ma questo pone il problema del senso e, di conseguenza il piano del discorso si sposta su un livello di discussione che per stasera è meglio non esplorare.
Stasera voglio parlare del miracolo della primavera nel vaso sul mio blacone.
Il giacinto, pur dentro un vaso, pur su un balcone esposto a nord, pur tra mille difficoltà oggi è fiorito.
Il cielo grigio scoraggia gli uomini, anche se non sono meteoropatici, l'ambiente riesce spesso a condizionarci oltre misura. Invece il giacinto ha deciso di fiorire, oggi.
Che impertinenza! Avrebbe potuto farlo domani, o dopodomani, con il sole?
Mi piace pensare che è stato chiamato per nome in un giorno come tanti, un giorno grigio.
E' compito del giacinto colorare la giornata.
Pensiamo ai pesci degli abissi. In un buio perenne si fanno luce da soli, o meglio tentano di dare loro luce d'intorno.
Così anche il giacinto, non tiene per se il suo profumo, lo sparge intorno. Un sacrificio di soave odore quello di fiorire senza la luce del sole.
Grazie, piccolo fiore.