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giovedì 28 ottobre 2010

Mutazioni automobilistiche

Oggi pomeriggio ho fatto un giro in macchina, motivi di lavoro.
L'orario lontano da quello classico del traffico di inizio e fine giornata mi rendeva sereno e perfettamente in grado di affrontare i 50' che mi separavano dal mio aspirante cliente.
Ma quando gli uomini (e le donne) si mettono al volante, tutto cambia.
Mi accorgo di quanto sia diversa la percezione della natura, del tempo, dell'educazione, della fretta, dell'essere uomo dentro o fuori la scatola di metallo su quattro ruote.
Sembra quasi di rivivere la vecchia barzelletta che recitava: quanto è lungo un quarto d'ora? dipende da quale parte del bagno ti trovi!
Così è per l'automobile.
Messici al volante, diventiamo fameliche belve in cerca della vittima, sempre pronti a manifestare il nostro essere forti, aggressivi, virili.
Anche le donne non sono immuni a questa drammatica mutazione.
Ma veniamo ai fatti: me ne andavo bel bello per le colline bolognesi quando una signora alla guida di una utilitaria cerca di battere il record di guida adesiva. Mi è rimasta per parecchi chilometri a pochi centimetri dal paraurti.
Perché?
Poteva forse spingermi?
La sua fretta era tale da giustificare un incidente così probabile che è stato davvero un miracolo che non si sia verificato?
Non so.
Ritengo che, semplicemente, quando siamo al volante ci trasformiamo.
E questo mi fa molta paura.
In quali altre occasioni ci trasformiamo in ben altri mostri?
Quanti "mostri" albergano nei nostri cuori?

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