Conosco una persona, padre di famiglia, che abita in campagna e vive del lavoro della sua terra. Ha buoni rapporti con i suoi vicini, ogni tanto mangiano insieme, ma non sono veramente suoi amici, perché ci sono profonde differenze sociali ed economiche a tenerli lontani.
Ad un certo punto, forse illudendosi di riuscire a farcela, questa persona ha cominciato ad uscire sempre più spesso con i suoi vicini. Nel tentativo di essere accettato, ha iniziato ad alzare il suo tenore di vita, assimilandolo ai suoi vicini. Ha iniziato anche a giocare con loro, perdendo cifre via via sempre più grosse, indebitandosi con loro.
Ad un certo punto, i suoi figli, accortisi di questi cambiamenti e dei problemi che ne conseguivano, hanno chiesto al padre di non uscire più con loro, di dedicarsi di più alla famiglia, di fare il padre.
- Ma no, non riuscite proprio a capire? E' importante comportarsi da signori, anche se non lo siamo.
- Ma papà, non ne abbiamo le forze, lasciamo stare!
- No, a costo di non mangiare più, di indebitarci fino all'osso, di vendere tutte le nostre proprietà, i nostri trattori, le nostre terre... dobbiamo andare avanti così! Ma non vedete quanti sorrisi ci fanno? Non vedete che iniziano a trattarci alla pari?
- Ma papà, abbiamo fame ... non abbiamo più di che vivere, di che vestirci ... non abbiamo più una terra che sia veramente nostra.
Cosa fareste voi?
Benvenuti
Benvenuti sul mio blog!
domenica 4 novembre 2012
domenica 26 agosto 2012
Lite al cimitero

Provo a fare un esempio prendendo spunto da un episodio recente.
Qualche domenica fa, la s. Messa viene celebrata nel locale cimitero comunale. Le precedente amministrazione aveva commissionato un altorilievo in bronzo raffigurante Gesù risorto da porre all'ingresso dello stesso cimitero, fronteggiato da una lapide con scritto un brano del Vangelo (Gv 11, 25-26), peraltro non nella versione ufficiale CEI.
Il primo problema è stato proprio il ritardo nell'inaugurazione, tenuta dall'attuale sindaco.
Tutto poteva passare tranquillamente, tanto più che la statua non è stata firmata e, di certo, non è di Michelangelo ma di una pur brava artista locale alle prime armi.
All'atto del togliere il drappo, ecco che l'ex sindaco intavola una discussione ribadendo che è stato lui a commissionare l'opera e che questa è stata manomessa in quanto riporta la data di Agosto 2012 (cioé quella di inaugurazione) e non quella di Aprile (cioé quella di terminazione).
Agosto -> nuova amministrazione -> nuovo sindaco
Aprile -> vecchia amministrazione -> vecchio sindaco
Incredibile. Ci si accapiglia per delle sciocchezze. Con i soldi di chi si è pagata l'opera? Con quelli del sindaco o del Comune? A chi è rivolta la statua: all'amministrazione o agli abitanti del comune?
Quanto siamo piccoli.
Epilogo: la notte stessa, ignoti hanno divelto l'indicazione del mese sulla lapide.
Una sciocchezza dirà qualcuno ...
mercoledì 22 agosto 2012
Durante una passeggiata
E' sempre una piacevole sorpresa quella di ritrovarsi in un posto sconosciuto a contemplare la bellezza del creato. Ma ancor più sconvolgente è notare come sia possibile (o come lo sia stato) per l'uomo entrare in perfetta sintonia con ciò che ci circonda.
Saremo anche tecnologici, saremo anche immersi in un mondo di palmari e flussi di dati multimediali, ma come non meravigliarsi di fronte ad un campanile di un monastero immerso in un bosco?
Ho impiegato un po' per trovarlo, di poco più alto degli alberi intorno, ma la ricerca ha avuto un piacevole esito.
Vederlo così, ergersi verso il cielo ad affrontare il flusso dei cumuli, come una prua i flutti, vederli addensare alla sua sinistra e disperdersi alla sua destra ... immobile.
Se la nave si muove nell'acqua e con essa ingaggia una piccola continua battaglia, il campanile rimane.
Anche i monaci che vivono alla sua ombra, che ritmano le giornate con la preghiera scandita dal suono delle campane "rimangono".
Dove andare? Dove fuggire? Cosa altro cercare ciò che si è già trovato tutto?
Laddove si dipinge liquida la società del nostro tempo, e dove questa definizione assume la pretesa di imporre una direzione al nostro ideale di vita, questo campanile incontrato per caso mi dice quanto inutilmente ci agitiamo.
La parola di quest'oggi è rimanere ...
Saremo anche tecnologici, saremo anche immersi in un mondo di palmari e flussi di dati multimediali, ma come non meravigliarsi di fronte ad un campanile di un monastero immerso in un bosco?
Ho impiegato un po' per trovarlo, di poco più alto degli alberi intorno, ma la ricerca ha avuto un piacevole esito.
Vederlo così, ergersi verso il cielo ad affrontare il flusso dei cumuli, come una prua i flutti, vederli addensare alla sua sinistra e disperdersi alla sua destra ... immobile.
Se la nave si muove nell'acqua e con essa ingaggia una piccola continua battaglia, il campanile rimane.
Anche i monaci che vivono alla sua ombra, che ritmano le giornate con la preghiera scandita dal suono delle campane "rimangono".
Dove andare? Dove fuggire? Cosa altro cercare ciò che si è già trovato tutto?
Laddove si dipinge liquida la società del nostro tempo, e dove questa definizione assume la pretesa di imporre una direzione al nostro ideale di vita, questo campanile incontrato per caso mi dice quanto inutilmente ci agitiamo.
La parola di quest'oggi è rimanere ...
Iscriviti a:
Post (Atom)