Benvenuti

Benvenuti sul mio blog!

lunedì 8 novembre 2010

Informazione e conoscenza

A quest'ora del pomeriggio grandi nuvole si muovono in cielo, lente come transatlantici di fine ottocento, così da trasformare il cielo in un grande affollato porto orientale dove la mescolanza di lingue e popoli è all'ordine del giorno.
Anche le ingiallite criniere degli alberi, un tempo rifugio dalla calura per gli uomini e albergo per gli uccelli, rendono omaggio al vento di scirocco, ma stancamente. Le sferzate che qualche giorno fa il maestrale ha inflitto ai rami più deboli sono solo un ricordo ancora visibile negli estesi tappeti di foglie distesi sui marciapiedi.
In questo clima di silenzio posso riflettere su tutto quanto mi accade intorno e che prontamente mi viene offerto dalla troppo presente televisione.
Già, pensare è di questi tempi un vero lusso che pochi si possono permettere, di certo solo occasionalmente mi posso annoverare tra coloro che cedono a questo particolare vizio.
Ai tempi della scuola, ma soprattutto dell'università, pensare era invece attività primaria, anche se incanalata nei solchi delle materie scolastiche che permettevano ben poco tempo per battere nuovi sentieri. Tuttavia, l'approccio scolastico a problemi scolastici era funzionale ad un metodo. Un metodo da apprendere nelle esercitazioni studiate e somministrate da infinite generazioni di docenti, metodo che si sarebbe rivelato utile nella vita da adulto.
Possiedo un vivo ricordo degli studi universitari, tesi a penetrare i più profondi misteri di formule e teoremi per raggiungere le alte vette delle intuizioni di coloro che mi avevano preceduto. Mi illudevo di poter contribuire alla scalata di montagne ancor più alte, una volta terminati gli studi. Ma già a quei tempi i professori avevano l'ingrato compito di presentare l'ingrata realtà in occasione degli "esami". Forse le sedute di esame erano davvero profetiche, ma da giovani si vive nelle continue e cangianti utopie.
Così ogni anno ci veniva presentata qualche novità che dovevamo provare, accettare, fare nostra. La tecnica avrebbe migliorato la nostra vita.
Oggi il disincanto lascia il posto al riconoscimento dell'illusione.
Eppure era tutto già così chiaro ... come ho fatto a non accorgermi di nulla!?!?
Informatica: informazione automatica. Nomen omen.
L'informazione è di per sè vuota ed inutile, pura trascrizione della realtà, fantoccio senz'anima.
Se poi diventa automatica, è come una serie di parole utile più alla statistica che alla riflessione.
E' quello che succede oggi. Ogni mezzo di comunicazione mi istruisce sul fatto, mi offre anche i diversi punti di vista, mi presenta la tesi e l'(apparente) antitesi, mi impone la sintesi.
La continua serie di informazioni, le "novità", mi vengono presentate ad un ritmo tale che non ho possibilità di pensare.
Accetto le verità parziali (pura contraddizione in termini), le versioni condivise, le irregolarità diffuse.
E' strano. Con tutte le informazioni di cui posso disporre non riesco a trarre una sola verità.
Per trovare una Verità del spostarmi sul piano metafisico. Ma qui rischio di perdermi i compagni di viaggio.
Posso permettermi di dire che conoscere è fare esperienza?
Posso permettermi di dire che conoscere è mangiare insieme, trascorrere del tempo, stringere le mani e forse anche i pugni. Conoscere è amare.
Tutto il contrario dell'informazione, una sterile donna, compagna occasionale di un brevissimo viaggio, valida da una edizione del tg alla successiva.
E che dire della sapienza?

Nessun commento:

Posta un commento